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"Fistiorbo ke fatica skrivere

 mi fa gia male tuti i diti"

© Umberto Eco, Baudolino, Milano, 2000

  

"Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum". Se non puoi combatterli, diventa loro amico, unisciti a loro, scriveva Giulio Cesare, a sottolineare il fatto che oltre (nel senso teutonico di über) la conflittualità, ovvero dove questa fallisce, tanto vale percorrere la strada dell'integrazione. Ma ci ha messo lo zampino quel mattacchione di Esopo, fra il sesto e il quinto secolo prima che il Salvatore calcasse questa terra, col suo epigone Fedro una manciata di secoli dopo a dargli man forte. Chi disprezza compra, sostiene un altro proverbio, ovvero desideriamo, in realtà, ciò che pubblicamente disprezziamo, o contro cui ci scagliamo. Del resto anche Freud ha detto che guardare/ammirare è un "incorporare con gli occhi", quindi "distruggere".

Povero Esopo, se sapesse quale (triste)  successo hanno avuto la sua volpe e la sua uva.

Si è svolto a Genova il 16 novembre 2018 uno degli incontri territoriali del Summit nazionale delle diaspore, un percorso di dialogo tra le associazioni e comunità di migranti in Italia, le istituzioni, le imprese e il settore no profit. Il Summit genera occasioni di incontro tra questi soggetti, per creare momenti di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche legate a migrazione e sviluppo, fare rete, progettare sinergie e collaborazioni nei paesi emergenti.

Da uno dei focus group svolti a Genova, quello su comunicazione e narrazione, nasce questo articolo.