Menu

  

"Fistiorbo ke fatica skrivere

 mi fa gia male tuti i diti"

© Umberto Eco, Baudolino, Milano, 2000

  

Una questione di contenuti - il BLOG di MBfabrica

la forma non è contenuto ma il contenuto è anche forma

"Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum". Se non puoi combatterli, diventa loro amico, unisciti a loro, scriveva Giulio Cesare, a sottolineare il fatto che oltre (nel senso teutonico di über) la conflittualità, ovvero dove questa fallisce, tanto vale percorrere la strada dell'integrazione. Ma ci ha messo lo zampino quel mattacchione di Esopo, fra il sesto e il quinto secolo prima che il Salvatore calcasse questa terra, col suo epigone Fedro una manciata di secoli dopo a dargli man forte. Chi disprezza compra, sostiene un altro proverbio, ovvero desideriamo, in realtà, ciò che pubblicamente disprezziamo, o contro cui ci scagliamo. Del resto anche Freud ha detto che guardare/ammirare è un "incorporare con gli occhi", quindi "distruggere".

Povero Esopo, se sapesse quale (triste)  successo hanno avuto la sua volpe e la sua uva.

Si è svolto a Genova il 16 novembre 2018 uno degli incontri territoriali del Summit nazionale delle diaspore, un percorso di dialogo tra le associazioni e comunità di migranti in Italia, le istituzioni, le imprese e il settore no profit. Il Summit genera occasioni di incontro tra questi soggetti, per creare momenti di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche legate a migrazione e sviluppo, fare rete, progettare sinergie e collaborazioni nei paesi emergenti.

Da uno dei focus group svolti a Genova, quello su comunicazione e narrazione, nasce questo articolo.

 

Ponte Morandi, quando non c’era e quando non c’era più. Creazione e distruzione, unite dalla somiglianza che le forme hanno nella rappresentazione di sé

Una ragnatela  di tubi per ponteggi Dalmine Innocenti si staglia contro un cielo il cui grigiore è messo in evidenza dal bianco e nero, avvolgendo le esili strutture portanti di uno dei moduli di ponente del ponte Morandi.

L'immagine è ripresa il 30 agosto del 1963, come ci raccontano i dorsi, circa un anno dopo l'inizio dei lavori; l'autore è

"Ponte SU-BI-TO! – Ponte SU-BI-TO!” si è messa a gridare a un certo punto la folla, durante una delle manifestazioni più ordinate e composte che la storia dell’articolo 18 della nostra costituzione ricordi.
Era il corteo del 13 ottobre, a Genova, fatto, promosso e partecipate da genovesi per la loro città. Persone comuni, lontane dalla ribalta politica, che hanno sfilato senza insegne.
“Ponte SU-BI-TO!“, gridavano i genovesi, mentre le loro mani

Tutti avremmo dovuto partecipare al funerale di Genova, ma senza moderazione, senza pacatezza, senza calma. Incazzati neri
 
Il 18 agosto 2018 abbiamo reso l’ultimo omaggio a una quarantina di caduti nella tragedia del viadotto Morandi, a Genova.
La parola “caduti” non è usata a cuor leggero, né a sproposito. Perché non sono “morti” o “vittime”, nel primo caso giunti più o meno naturalmente al termine della loro esistenza, nel secondo colpiti dalla casualità del fato; questi sono proprio caduti, uccisi in una guerra