Un quadro caratterizzato da una forte preoccupazione per il possibile inizio di un periodo di instabilità politica, unita a al timore che un vero cambiamento di rotta non sia possibile, ma con una netta affermazione del Centrodestra/Destra e del M5S. Queste in breve le risposte al sondaggio* "Fra una settimana si vota", svolto nei 5 giorni precedenti la chiamata alle urne. Non un sondaggio scientifico, sia ben chiaro, più un divertissement da serata in compagnia fra amici (eravamo in 85…, ma non tutti hanno risposto a tutte le domande), a chiacchierare e a interrogarsi sul futuro.

Avremo una maggioranza in grado di governare?
Oltre la metà degli intervistati risponde con un secco NO ( 56%) e un quarto ( 25%) pensa a un governo di larghe intese. Solo il ( 13,1%) pensa a un'affermazione del Centrodestra, mentre l'avvento del Centrosinistra è pronosticato da un esiguo ( 2,4%). Solo l'1% pensa di svegliarsi lunedì prossimo con un'alleanza PD FI. Altri 1% sparsi si affidano alla speranza. 


Quale sarà il singolo partito che avrà raccolto più consensi?
Qui è il M5S a raccogliere il maggior numero di previsioni ( 77,4%); evidentemente gli intervistati percepiscono la profonda istanza di rinnovamento radicale che serpeggia un po' ovunque e ritengono che saranno i Grillini a catalizzare il voto in questa direzione. PD FI e Lega si spartiscono il resto della torta, mentre tutti gli altri non sono stati nemmeno marginalmente citati. Considerati per blocchi ideologici, però, Lega e FI a destra (12%) prevarrebbero nettamente sul PD a sinistra (7,1%). 


La sfida tra coalizioni e M5S vedrà vincere...
Quindi, appurato che i nostri 85 amici del campione prevedono che non ci sarà una maggioranza in grado di formare un governo e che il M5S sarà il primo partito, gli intervistati pronosticano che a vincere un'ipotetica sfida fra coalizioni sarà il Centrodestra (lo pensa il 67,5%), seguito da lontano dal M5S (23,7%) e con un Centrosinistra al 5% a spartirsi i residui punti percentuali con gli outsider.


Qualora nessuno abbia una maggioranza per formare in autonomia un nuovo governo, cosa accadrà?
A questo punto le cose cominciano a farsi interessanti. La compagnia di amici e conoscenti che rappresenta il nostro panel si spacca praticamente in due. Un il 50,6% pensa che avremo un Gentiloni Bis, sostenuto da una supercoalizione fra Centrodestra e Centrosinistra (1), con lo scopo di riscrivere la legge elettorale e andare a nuove elezioni, mentre il 39,5% pensa che avremo un "Governo di scopo" con un nuovo presidente del consiglio, sostenuto da una specie di "pentapartito" trasversale alle coalizioni e basato solo sui numeri.
Pochi (8,6%) confidano di tornare immediatamente alle urne, mentre pochissimi utopisti (1%)pronosticano intese collaborative per la tutela dell'interesse collettivo. 


Quanto ti preoccupa un eventuale quadro di instabilità politica
Su questa domanda si sono scatenate le paure. Se mettiamo insieme quelli che hanno risposto "moltissimo" (34,5%) e "molto" (33,3%), la percentuale dei preoccupati è altissima (67,8%), per diventare quasi "bulgara" se aggiungiamo quel 19% che è "poco preoccupato" (ma comunque preoccupato).
Pochissimi i non preoccupati (4,8%), superati però da quelli che invece un periodo di instabilità politica lo auspicano (7,1%).


Un eventuale quadro di instabilità politica pensi potrà influenzare la tua vita
Alle preoccupazioni si aggiungono le paure, e in un certo senso i timori manifestati nella sfera pubblica si ripresentano anche in quella privata. Se sommiamo chi pensa che l'instabilità influenzerà la sua vita "molto negativamente"(40,2%) a chi pensa che lo farà "poco negativamente" (17,1%) superiamo il 57%.
C'è un manipolo di fiduciosi nel fatto che qualcosa cambierà invece positivamente, anche se "poco" (8,5%).
Il 29,3%, percentuale di non poco conto, pensa che tanto non cambia nulla. Fra rassegnati e spaventati raggiungiamo l'86%.
Gli outsider sono rappresentati da pochi punti percentuali, divisi fra il "non so" e le constatazioni amare, tipo "Sono anni che sopravviviamo in questa situazione, il vero problema è quanto ancora resisteremo"


Voterai?
Nonostante la paura, nonostante la preoccupazione, nonostante la rassegnazione, nonostante tutto andremo a votare. La quasi totalità degli intervistati (94%) si recherà alle urne a esercitare il proprio diritto ad una democrazia, qualunque forma o colore abbia. C'è evidentemente voglia di riscatto, di provarci comunque.


Se si dovesse tornare subito al voto , voterai?
Il coro è unanime e ben sincronizzato. Un altro deciso e irrevocabile inno all'esercizio democratico del voto risuona nell'aria. Sì, rivoterò! (91,3% : somma dei SI, allo stesso modo - SI, ma cambierò il mio voto - SI, ma non so ancora se voterei lo stesso - Si ma non so se confermerò - sì, ma non so a chi andrà il mio voto) Un segnale di fiducia nel voto e nelle istituzioni, ancorché spesso vissute con insofferenza, che dovrebbe confortare chi si preoccupa per la tenuta democratica del Paese.
Tuttavia prevale in maniera schiacciante la percentuale di chi rivoterà allo stesso modo (86,9%), e questo potrebbe far supporre che, se l'intenzione venisse confermata nei fatti, ci troveremmo nuovamente davanti allo stesso quadro che, stando a queste risposte, caratterizzerebbe i risultati di questa tornata elettorale. Le uniche cose che verrebbero confermate sarebbero infatti l'instabilità e la difficoltà di formare un governo rappresentativo.

Torna allora in mente quel 7,1% che auspica l'instabilità, chissà per quali oscure ed esoteriche ragioni. Forse perché "nel torbido si pesca meglio"? O Forse perché confida nel "solo chi cade può risorgere" e spera che una volta toccato il fondo si possa solo risalire?

Chissà, che siano proprio loro a vincere?

Buon voto a tutti.



NOTE

* Il sondaggio è stato svolto su un campione assolutamente casuale di volontari che hanno risposto all'invito a partecipare lanciato sui social network.

  • Trattandosi di un campione "random",
  • Trattandosi di un sondaggio effettuato con strumenti liberamente accessibili da chiunque (Google moduli),

questo sondaggio non può e non deve in alcun modo considerarsi scientificamente rappresentativo della platea di votanti. Esso deve quindi intendersi come un puro esercizio retorico e teorico volto a creare un momento di discussione e confronto basato sulla libera espressione di opinioni.

Il sondaggio prevedeva una serie di domande con risposte chiuse univoche. Per ciascuna domanda era possibile rinunciare alle risposte chiuse e inserire una risposta aperta.

Hanno partecipato 85 soggetti fra il 25 febbraio e il 1 marzo 2018, data in cui sono stati resi pubblici i risultati e le note.

 

 

(1) la didascalia del grafico si ferma a centrodx, ma la domanda spiegava chiaramente che si immaginava una coalizione centrodx+centrosx)